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Osservazioni e consigli per chi vuole davvero servire una buona pizza.


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Avete mai provato a mangiare per un'intero mese, pranzo e cena in un fast-food?
Vi invitiamo a provare l'esperienza, se avete il coraggio di farla eppoi fateci sapere come è andata.
Ovviamente, per favore.

Affermo invece con assoluta certezza che nessuno è mai stato male dopo aver mangiato solo pizza, non per un mese solo ma per anni.

A meno che fosse stata fatta male o con materie prime scarse o avariate.

Quante volte vi è capitato di essere andati a mangiare una pizza la sera con gli amici e ritornati a casa vi viene sete o vi svegliate con la voglia di bere più volte durante la notte?

Se vi è successo sappiante che la colpa è sicuramente della scarsa lievitazione della pallina, la valutazione della qualità di una pizza deve essere formulata solo dopo la digestione, quello che possiamo esprimere mentre la mangiamo è solo la prima valutazione sul gusto e la fragranza fiduciosi che la professionalità di chi ce l'ha preparata e servita sia stata seria tanto da non pretendere che il nostro intestino di impegnarsi per completare il lavoro che, in verità, avrebbero dovuto fare loro.

Se accade così sarebbe per noi corretto, ritornare nella pizzera per farci restituire almeno una parte del denaro del conto, le bibite sono sempre a parte.

Putroppo questo capita spesso ed è un vero peccato perchè magari anche loro sanno benissimo come fare bene "una pizza" è che non la fanno, per leggerezza, superficialità o semplice disorganizzazione.

Il vero segreto della pizza stà nella lievitazione della pallina, farina, lievito e sale, necessaria alla sua produzione completano la ricetta la qualità dei prodotto utilizzati. In merito al principio della lievitazione, suggeriamo la lettura del grande Bonassisi, ancora oggi il maggior esperto mondiale dell'argomento pizza, anche se purtroppo ci ha lasciato da qualche tempo.

Nelle librerie esisto oggi molti libri che trattano l'argomento con molta competenza, anche il web è pieno di ricette di pizza e di esempi molto interessanti, basta avere la volontà di cercarli e leggerli.

Nei vari tipi di forni in uso il più simile al forno a legna è quello a gas. Quello elettrico si è anche diffuso molto a livello internazionale ma richiede anche quello di una conoscenza diversa della materia, soprattutto negli impasti che richiedono sia corsi di formazione che di aggiornamento. Certo esistono innumerevoli segreti e soluzioni tecniche molti pizzaioli hanno elaborato a seconda delle convinzioni e studi personali. Stà da vedere quante di esse siano effettivamente valide o frutto di fantasie con poco fondamento tecnico.

Il punto fondamentale a nostro avviso è che per mangiare una buona pizza artigianale bisogna necessariamente andare in pizzeria.

Completamente a parte sono i metodi applicati all'industria alimentare che partono con grandi svantaggi, e problemi estremamente concreti e reali. Oltre ai conservanti hanno l'impossibilità di surgelare uno degli elementi più importanti della pizza "la mozzarella" che va detto, viene sostituita con formaggio fuso, diventando così non una vera pizza bensi solo un surrogato.

La pizza è un bene:" conosciuto oramai dall'intera umanità " e rappresenta l'unica vera e reale alternativa al discutibile fast-food, troppo compresso dai grandi numeri e di sonseguenza dal basso prezzo di vendita per poter essere una forma di alimentazione considerabile. Visto che il nostro corpo necessita di essere alimentato con alimenti dalla qualità sufficiente, almeno qualche volta alla settimana o mensile, in quanto ad alimentarsi con cibo di scarsa qualità, mette in difficoltà sia il fisico di chiunque ma, soprattutto quello dei bambini, il futuro dello nostro stesso intero pianeta.

Forse non sapete ancora che un'organizzazione italiana (a cui abbiamo ovviamente aderito anche noi) ha richiesto ed ottenuto nel 2003, il riconoscimento come bene immateriale dell'umanità UNESCO della pizza,

Il nostro marchio Pizza.it nato nell'anno 1996, con l'intento di diventare il marchio di garanzia della pizza artigianale nel mondo ha cominciato a valorizzare questa specialità gastronomica ufficialmente perchè, era una cosa assolutamente giusta da fare. E siamo riuscita raggiungedo il suo primo abbiettivo, la provocazione fatta, da veri artisti del mondo della comunicazione.

Di conseguenza, la possibile realtà del nostro futuro è.

Riuscire ad essere capaci di gestire l'iniziativa facendola diventare che dimostra concretamente,la ragione, per cui è nata.

In ballo c'è una multinazionale ma, probabilmente molto di più, sempre e solo sulla base del primo principio, la vera tutela delle piccole e medie imprese.

Le sole capaci di garantire la vera qualità della cucina, in ogni paese del mondo.



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